Le parole del medico della Lazio Ivo Pulcini, dopo il malore occorso a Edoardo Bove, costringono la FIGC ad aprire un’inchiesta.
La Procura della Figc ha aperto un’inchiesta sulle rivelazioni di Ivo Pulcini, direttore sanitario della Lazio, che intervistato dal Messaggero in merito al caso Bove, ha detto: “Nel 2019 io visitai un giocatore importantissimo, che adesso sta andando per la maggiore e gioca in questa Serie A, ma non lo ritenni idoneo a giocare a calcio”.
Il direttore sanitario biancoceleste, a proposito dei casi di malori in campo, aveva anche sottolineato come “La Lazio è stata la prima società in Italia a fare corsi di rianimazione cardio-polmonare con l’uso del defibrillatore. Abbiamo iniziato nel 2018 e li ripetiamo ogni due anni per ricordare le tecniche e istruire ogni nuovo arrivato. La nostra associazione ‘Un cuore per tutti’ ha poi regalato i defibrillatori ai giocatori e in particolare quello che la squadra ha sul pullman quando va in trasferta. Inoltre abbiamo fatto comprare a Lotito un dispositivo cardiologico che si chiama sistema Sds (Sudden Death Screening) e prevede, con dieci anni d’anticipo, la morte improvvisa in campo. È fondamentale che tutte le squadre si adoperino per averlo”.
La procura federale della Figc vuol ora capire se sia necessario approfondire i test medici su un giocatore di questa serie A, ma prima ancora chiarire se non ci sia stato un eccesso del medico nel riferire un episodio sensibile sulle condizioni di un giocatore o addirittura se non sia stato lanciato un allarme che rischia di minare l’immagine del calcio italiano. Ovviamente, la priorità sono le condizioni del calciatore in questione. Con la consapevolezza che tutti gli atleti, per essere tesserati, devono ricevere l’idoneità sportiva.
Articolo a cura di Valerio Giuseppe Bellinghieri – Sportpress24.com
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