Orsato: “Non farò il designatore. Finale Euro2024? Dispiaciuto”

Daniele Orsato ha salutato i campi di calcio appendendo il fischietto al chiodo, ma poteva arbitrare un altro anno:

“Sì, Rocchi me l’aveva proposto ma ho declinato subito per non togliere niente ai colleghi più giovani. E poi l’avevo promesso a mia madre”.

E invece ora si trova ad affrontare un nuovo capitolo della sua vita: “Non voglio fare il designatore o fare il presidente, voglio insegnare ai giovani: credo che abbiano bisogno di un Orsato”.

Parlando a La Gazzetta dello Sport, l’ex fischietto spiega il rifiuto alla proposta russa: “Se ne è fatto un caso ma ho declinato perché ho voluto dare precedenza all’Italia.”

Orsato però aspetta l’AIA: “Aspetto da un po’ e aspetterò: sono a disposizione totale, ho formulato una proposta a livello tecnico e non politico”.

Orsato poi ripercorre alcuni passi della carriera a partire dalla finale di Euro 2024 mancata: “Dispiaciuto per non averla fatta ma non mi sono arrabbiato con Rosetti, ha creduto in me scegliendomi per una finale di Champions League”.

E poi sul VAR: “Non era la mia kryptonite! Nell’andare al monitor ero dispiaciuto perché ce l’avevo con me stesso, voleva dire che dovevo guardare qualcosa che mi ero perso. Col VAR non si sbaglia più”.

L’INTERVISTA DI DANIELE ORSATO

Sulle proposte ricevute per ricoprire un ruolo da dirigente, Orsato non ha alcun dubbio:

“Ne ho ricevute svariate. Anche dall’estero: e quella della Russia è diventata quasi un caso. Alla fine ho declinato quella e altre per un fatto di base molto più semplice di quel che si è fantasticato o detto: voglio prima di tutto dare qualcosa all’Italia, restare qui. Io ci sono: mi alleno, mi aggiorno, guardo partite su partite, rinfresco l’inglese e sto con la famiglia. Lo stacco c’è stato, ora è tornata la voglia di rendermi utile”.

Sul suo, recentissimo, passato arbitrale e sull’invito di Rocchi a proseguire per un altro anno, ha dichiarato:

“Ho declinato subito. Avrei tolto partite ai miei colleghi, soprattutto ai più giovani. Non si fa. Nella mia vita arbitrale ho vissuto momenti fantastici. I Mondiali che mi ha dato Collina, gli Europei grazie a Rosetti, le gare di Champions e non dimentico Atalanta-Fiorentina col tributo finale. Non potevo tornare. E poi l’avevo promesso”.

Oltre a rinnegare qualsiasi interesse nel ricoprire il ruolo di presidente dell’Aia o designatore alla CAN, Orsato ha le idee molto chiare su quel che sarà -approvazione della sua proposta permettendo- di lui nell’ambiente arbitrale italiano:

“Insegnare. Portare gli attuali arbitri a livelli alti. Spiegare loro, assieme a Rocchi, e chi con noi, come si gestisce un Real Madrid- City o una gara mondiale. Come la si prepara. Per gli internazionali e chi lo diventerà. Una sorta di Master, ma istituzionalizzato. L’importante è che vengano scisse la parte politica e la parte tecnica. Mi aspetto una chiamata, ma so che bisognerà attendere l’elezioni del nuovo presidente dell’AIA.”

Verso fine intervista, anche un chiarimento sul suo rapporto poco idilliaco -almeno per gli addetti ai lavori- con la tecnologia:

“Ma no. Ero dispiaciuto nell’andare al Var perché ce l’avevo con me stesso: dovevo andare a vedere qualcosa che mi ero perso. Fra l’altro ho avuto spesso il miglior varista del mondo, Irrati: che posso dire a Irrati? Ma dai! Col Var, poi, non si sbaglia più”.

Articolo a cura di Stefano Ghezzi – SportPress24.com 

 

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