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Lazio, Sarri: “Ambiente devastante e frustrazione. Ottavi? Un miracolo”

Maurizio Sarri Lazio

Ultima giornata di Champions League per la Lazio di Maurizio Sarri già qualificata per gli ottavi di finale.

Al Wanda Metropolitano, i biancocelesti incontreranno domani l’Atletico de Madrid si Diego Pablo Simeone e il tecnico Sarri accompagnato da Manuel Lazzari, presentano cosi la sfida in conferenza stampa :

Si aspetta un cambiamento?

“Spero che cambi poco rispetto alle ultime, se non fare l’errore commesso in 30 secondi a Verona. Avevo la sensazione che avessimo fatto una partita di livello, ho rivisto i numeri dopo il match ed effettivamente è così, sono numeri superiori alla sfida con il Sassuolo.

Spero che la squadra ripeti quanto fatto nelle ultime gare”.

Ha capito se nei suoi calciatori c’è un senso di soddisfazione o hanno voglia di arrivare primi nel girone?

“Sono di una teoria, le partite vanno sempre aggredite. Se non lo fai, le subisci. Vedendo gli allenamenti i calciatori mi sembrano stimolati, giocare in questo stadio lo è sempre. Difficile e stimolante.

Spero che i ragazzi abbiano la testa sulla partita e non su altre valutazioni stupide. Il primo posto conta tanto”.

Quanta fiducia ha in Pedro?

“Avere fiducia in Pedro è facile, anche se uno non lo conosce basta leggere il curriculum. Uno dei più vincenti al mondo, ora ha 36 anni e non può garantirci tutte le partite o 90 minuti, ma ha colpi fenomenali.

Si allena con lo spirito di un 18enne, è un onore e un piacere allenarlo”.

Gioca qualche spagnolo domani?

“Non ho ancora deciso la formazione, sennò domani che faccio tutto il giorno fino alle 21? L’unico sicuro è Gila, poi vediamo. Lì in difesa non abbiamo altre scelte”.

Giocherà Castellanos?

“Sicuramente non farò tante valutazioni sulla prossima gara. Questa sfida ha la sua valenza, è difficile da preparare perché le due squadre sono già qualificate, ma quanto c’è in ballo è gratificante.

Le scelte saranno fatte in questo senso, non per l’Inter”.

Cosa deve migliorare? Come sta Luis Alberto? 

“Abbiamo ritrovato un minimo di solidità come l’anno scorso. Nella parte iniziale l’avevamo persa, questo ci ha aiutato nelle ultime partite.

A livello offensivo dobbiamo ritrovarci. Luis per noi è importantissimo, è stato fuori pochissime partite, una per squalifica, uno perché acciaccato e quindi ha riposato. Per noi è molto importante”.

Che rapporto ha con Morata? Avevate litigato a Londra?

“Non è vero che non è andato d’accordo con me al Chelsea. Un giocatore straordinario, ha grandi qualità tecniche e fisiche, uno dei centravanti più adatti al mio modo di giocare.

In quel periodo era nervoso, non stava più bene a Londra, ne abbiamo parlato anche l’ultima volta che ci siamo visti”.

Quante possibilità ha la Lazio contro l’Atletico e Inter?

“Le possibilità sono poche, sono due organici nettamente superiori. Le poche che abbiamo vogliamo giocarcele bene”.

Domani un ottavo anticipato?

“Noi abbiamo fatto un miracolo ad andare agli ottavi. Il paragone con l’Atletico non regge, è di una categoria diversa rispetto a noi. Ce la giochiamo lo stesso.

L’ambiente laziale è devastante, ma non a livello di club, dove si sta benissimo. Ma com’è contornato, vengono create delle aspettative che sono inarrivabili anche per chi le va a innestare.

Ciò crea frustrazione. Non in me, io ho una certa età e sorvolo su certe cose, ma quelli di 20-25 anni fanno più fatica. C’è insoddisfazione perenne, la sponda opposta fanno fuochi d’artificio se ottengono gli stessi nostri risultati.

Per noi non è naturale andare agli ottavi, negli anni 2000 due volte è successo. Non è un caso essere qui, si è fatto benissimo”.

Domani si chiude un cerchio rispetto alla sfida d’andata, come è cresciuta la sua Lazio in questo periodo?

“All’inizio eravamo in grande difficoltà, oggi abbiamo alti e bassi, ma siamo meno in difficoltà rispetto a quel periodo. Solo che è cresciuto tanto anche l’Atletico, in questo stadio vincono in pochi.

Con la Juve ricordo che vincevamo qui 2-0, ci hanno assaltato alla fine e ci hanno fatto il 2-2. E meno che è finita, altrimenti avremmo pure perso”.

Simeone? Come lo consideri?

“Definirlo difensivo mi sembra una parola grossa, l’ho visto giocare in modo anche offensivo. Parlare di atteggiamento difensivo è troppo, poi quando si difendono lo fanno in modo tosto e bassi.

Ma ha numeri in attacco impressionanti, è riduttivo parlare di Simeone come tecnico difensivo”.

Di cosa ha bisogno l’ambiente per incendiarsi?

“Ha bisogno di calmarsi, non di incendiarsi. Un ambiente che ha bisogno di diventare logico, quindi più ottimista. Sennò è difficile, se ti aspetti cose astruse. Diventa tutto fuori logo. Il nostro pubblico allo stadio risponde quasi sempre”.

L’Atletico non perde in casa da tantissime partite…

“Mi interessa arrivare primo, non interrompere la striscia dell’Atletico. I numeri sono la dimostrazione di quanto questa squadra sia forte, soprattutto in questo stadio.

Che era dura lo sapevamo, con questi dati forse è ancora più complicato.

Un ambiente che mi piace molto, dovessi scegliere una squadra da allenare, sceglierei l’Atletico. Non per togliere il posto a Simeone, che qui sta facendo grandi cose. Anche perché tra pochi anni smetto…

Ma se mi avessero chiesto qualche anno fa chi allenare all’estero, avrei scelto l’Atletico”.

I tifosi in trasferta è una grande vittoria di Sarri alla Lazio?

“Forse i 3mila di domani sono anche merito della Champions, visto che negli ultimi anni è stata fatta poche volte.

Si fa la Champions, si supera il turno, Madrid è una città bella e i tifosi ne approfittano. Di Verona, la rabbia più grossa era per le tante persone che hanno fatto il tifo per 90 minuti, ero amareggiato per loro”.

Cosa la Lazio sta facendo meglio dell’anno scorso? 

“A livello di palleggio stiamo facendo meglio, abbiamo più velocità di trasmissione di palla. Abbiamo molti dati simili alla scorsa stagione, nell’ultima gara abbiamo fatto un’indice di protezione in area che non avevo mai visto in nessuna squadra. In alcuni aspetti siamo calati.

Il numero di palloni giocati nell’area avversaria è simile, siamo sui 40,2-40,3. Ma creiamo un’occasione in meno a partita e abbiamo una percentuale di realizzazione incredibilmente inferiore. Queste sono le problematiche da risolvere”.

La Lazio l’anno scorso è arrivata seconda: Celtic e Feyenoord sono più forti della Lazio? 

“Lo sanno tutti perché siamo arrivati secondi, perché 3 squadre italiane erano in corsa in Champions e hanno lasciato una marea di punti per strada.

Non avevamo un organico da secondo posto, prima o poi questo lo paghi.

Il Celtic non penso sia meglio di noi dal punto di vista tecnico, sul Feyenoord ho dei dubbi. Nel Feyenoord ci sono cinque giocatori che penso entro 2-3 anni giocheranno in Premier League”.

PAROLA A MANUEL LAZZARI

Cosa pensi di aver imparato con l’arrivo di Sarri?

È un grande allenatore. Prima ero un quinto di centrocampo, ora sono cambiato completamente.

Questo lo devo al mister, ora come squadra facciamo tanto possesso palla.

Dal suo arrivo ha cambiato tante cose. Dobbiamo ringraziarlo per il secondo posto dello scorso anno e per il passaggio dei gironi di quest’anno.

Come si fa a essere più pericolosi in fase offensiva?

“Sicuramente come ha detto il mister rispetto all’anno scorso mancano le occasioni, i tiri in porta e la finalizzazione. Dobbiamo lavorarci di più, soprattutto sulla catena di destra abbiamo perso un giocatore fondamenta come Milinkovic.

Guendouzi si sta inserendo piano piano, il feeling aumenta di partita in partita”.

Come si ferma Griezmann?

Abbiamo studiato bene l’Atletico. Lui è un fenomeno, gioca ovunque, però non dobbiamo concentrarci solo su di lui.

Hanno tanti giocatori che possono risolvere la partita da soli. Dobbiamo cercare di rimanere in partita il più possibile.

Non hai la sensazione che questa squadra sia diversa da quella dell’anno scorso? Cosa manca?

“Manca solo una cosa, chiudere le partite. Anche a Verona, aver pareggiato quella partita, se ci penso sembra una cosa incredibile. Loro hanno pareggiato senza aver tirato in porta.

Avevamo creato altre 5 o 6 occasioni per chiuderla. Secondo me manca solo questo. A livello di palleggio e velocità di gioco siamo meglio dell’anno scorso”.

Cosa è cambiato rispetto allo scorso anno per te?

“Sono tre anni che lavoro con il mister, siamo andati un po’ a periodi. Cambiare ruolo ci vuole tanto lavoro, non è stato assolutamente facile. Quest’anno mi sento molto meglio, più a mio agio.

Ora penso molto più a difendere prima che attaccare, mi concentro più sulla fase difensiva. In allenamento vado sempre a mille all’ora.

Arrivo dieci volte sul fondo e azzecco due cross, ma non è facile dopo centro metri di campo arrivare ludici per fare assist”.

Speri di giocare domani? La statistica dice che chi parla il giorno prima in conferenza poi non gioca…

“È normale che spero di giocare, così come ogni giocatore. Accetto la scelta del mister, non ha nessuna importanza. L’importante è che la Lazio giochi una buona partita e che se la giochi fino all’ultimo minuto.

Come vivete l’ambiente, a chi date la responsabilità della pressione?

“Tanta gente è focalizzata sul secondo posto dell’anno scorso. Quindi si guarda al posizionamento di quest’anno e si guarda a oggi che siamo un po’ indietro.

Ma è ancora tutto aperto, siamo a soli quattro punti dal quarto posto. Non è tutto da buttare, andiamo avanti a testa alta e pensiamo solo alla partita di domani”.

Quanto sarebbe importante vincere domani?

“Sarebbe una spinta davvero grande, qui vincono davvero in pochi. Sappiamo che è una partita davvero complicata, stiamo parlando di una squadra molto forte tecnicamente e fisicamente.

Ma se siamo arrivati qui è perché siamo forti anche noi”.

Articolo a cura di Stefano Ghezzi – SportPress24.com 

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