In esclusiva per i lettori di SportPress24, abbiamo intervistato ancora una volta e a distanza di poco più di 1 anno, Serxhio Mezi. Quest’ultimo, è un procuratore calcistico FIFA di origini albanesi, agente di numerosi giocatori che presenziano il panorama mondiale del calcio.
Appartenente all’agenzia SMF Agency Sports, anche durante questa chiacchierata – con il nostro redattore Alessio Giordano – ha voluto svariati temi. Alcuni aneddoti legati al suo lavoro oppure anteprime di possibili trasferimenti dei suoi assistiti, per citarne qualcuno.
L’INTERVISTA ESCLUSIVA
Come prosegue il mondo legato ai procuratori sportivi, dopo la pandemia da Covid-19? Si è risollevato o non ha mai riscontrato problemi?
“Non ha mai avuto problemi, grazie a dio e anzi, penso sia cresciuto di più rispetto a prima. I calciatori anch’essi sono migliorati e stanno continuando a migliorare, basta pensare soprattutto ai giovani delle Under 19, 20 o quelli appartenenti alle varie Primavere. Non vogliono più giocare in categorie inferiori e questo è un aspetto di crescita psicologica, per potersi allargare il proprio mercato anche all’estero. Insomma, la loro filosofia sino a 5 anni fa, è cambiata”.
Tra chi parte e chi arriva, a che livello è secondo lei il livello giovanile in Italia? Si può migliorare? E se si, su cosa?
“I giocatori stanno migliorando ma il fattore che deve essere più importante, è legato alla filosofia. Quella italiana, spesso e purtroppo, è diversa rispetto ai campionati tedeschi, spagnoli od olandesi. Ogni anno, ad esempio, valorizzano la rosa con nuovi innesti provenienti nella maggiore dal settore giovanile. Non bisogna sempre comprare, bensì investire anche sulle risorse a disposizione. A tal proposito, sono dell’idea che la Federazione Italiana Giuoco Calcio debba collaborare di più con le società, con l’obbligo di potenziamento per i giovani”.
Continuando a parlare di calciomercato, chi tra i suoi assistiti, nell’ultimo periodo l’ha colpita maggiormente?
“Girando sempre in Europa, a noi dell’SMF Agency Sports, ci ha colpito in modo particolare Dennis Ferraj. Un classe 2006 ex Barcellona, che con il passar del tempo cresce sempre più. Secondo me, farà strada in Italia ma non solo, anche in campi internazionali come quelli della Champions League. Adesso, nonostante sia al Modena, ha diverse richieste dalla Serie A. Stiamo valutando molteplici opzione, per questo atleta dal doppio passaporto”.
A proposito di collaborazioni future con i vostri calciatori. Nei principali campionati europei, ad ora ci sono delle trattative in ballo?
“Prima del Mondiale dello scorso anno, in esclusiva, stavamo chiudendo un trasferimento con la Lazio e Milinkovic-Savic ed il Monaco. Sappiamo però tutti che il serbo viene considerato un tesoro per i biancocelesti e per questo, non si è trovato alcun accordo. Se pur monegaschi offrirono una cifra intorno ai 60-70 milioni di euro. La società del presidente Lotito voleva di più, noi abbiamo rilasciato, soprattutto per il cammino non felicissimo in Qatar con la Serbia. Tralasciando questa parentesi, abbiamo poi due calciatori croati da tenere sott’occhio, provenienti dalla Lokomotiva Zagabria: tra questi c’è l’attaccante Indrit Tuci. Forte fisicamente, un probabile futuro Ibrahimovic. Non dimenticando, infine, le qualità di David Gjinollari. Un veloce terzino sinistro, che in esclusiva ti dico che ha peraltro proposte dalla Serie A”.
Come ha detto precedentemente, ha un grande legame con l’Italia ma le origini non si dimenticano. Dunque, il calcio albanese sta sfornando talenti in continuazione, cosa ne pensa a proposito?
“Il calcio albanese in effetti è cresciuto molto, anche sul punto di vista della filosofia e del pensiero dei direttori sportivi. Se prima i nostri calciatori erano richiesti principalmente da paesi dell’est Europa, ora grazie ad un momento positivo – per citarne una – c’è anche la Ligue 1 alla finestra. Livelli alti e quindi possiamo parlare di Xhuliano Skuka. Un ragazzo ceduto per 1,8 milioni di euro in Francia, al Metz”.
Concludendo, passando per la nazionale l’arrivo recente di Sylvinho, può portare ad imporsi in campo europeo e non?
“E’ molto presto dire cosa si può fare e cosa no, dato che vi è da sole due partite. Per arrivare ai livelli alti, serve la mano del gruppo. Non tanto dei singoli calciatori, perché ce li ha sulla carta, grazie al lavoro precedentemente fatto da De Biasi. Una nazionale che si è sviluppata. Nell’ambito abbiamo leader nei rispettivi club, come Asllani dell’Inter, se pur non giochi sempre nella formazione titolare”.
Articolo a cura di Alessio Giordano – SportPress24.com