E le stelle non stanno a guardare, ma giocano e segnano.
Così, davvero, si gioca solo in paradiso e il “ticket to paradise” la Lazio cerca di staccarlo il più presto possibile, leggasi qualificazione champions.
Certe notti pensi che meglio di così non si possa fare calcio, ma non diciamolo a Sarri che sicuramente avrà qualcosa da perfezionare nel meccanismo incantevole mostrato all’Olimpico.
Che Lazio, da iperboli mai scritte, quella che ha sminuito una grande Juve da 59 punti sul campo, e che ha messaggiato divertita alla concorrenza Champions.
Lazio paradigmatica, o meglio didascalica, da portare in video in qualsivoglia Aula di una qualsiasi Università del calcio. Così si gioca solo in paradiso e fortunato chi se la gusta dal vivo o in poltrona.
Primo tempo dominato, eppure, dopo il logico gol del premiato Milinkovic, c’è il pareggio su palla inattiva di Rabiot ed è tutto da rifare.
Ma pensate veramente che sia un problema per la Lazio ricominciare nel secondo tempo a martellare la ciurma bianconera?
No, non è un problema, e quel tacco smarcante di Luis Alberto (ma che magia hai fatto, mago..) per il raddoppio del frizzante Zaccagni (decimo centro in campionato, è lui, in termini di realizzazione, il vice Immobile…) è il segnale di che Lazio trattasi.
La Juve ferita lotta, sbraita ma il muro biancazzurro come fosse d’acciaio.
È 2-1 (solo) ed è tripudio al fischio finale dell’insufficiente Di Bello (restano impuniti una serie di falli davvero al limite del rosso di alcuni bianconeri).
Cosa c’è di meglio? La Lazio vince e dà spettacolo.
È seconda e con congruo vantaggio sulle inseguitrici. Mancano nove stazioni al capolinea Champions e la Lazio viaggia ad una velocità da Freccia.
Biancazzurra naturalmente…
Articolo a cura di Carlo Cagnetti – Sportpress24.com