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Esclusiva – Stefano Maniscalco: “Tra Karate e N.I.C.O: mi racconto”

Karate

In esclusiva per i lettori di SportPress24, abbiamo intervistato Stefano Maniscalco, karateka italiano di origini palermitane. Quest’ultimo, nato proprio in Sicilia il 15 maggio 1982, sin da bambino iniziò a coltivare quella passione che poi divenne di lì a qualche anno un vero e proprio lavoro: il karate.

SODDISFAZIONI PERSONALI ED ESPERIENZE

Dunque, per lo sport menzionato in precedenza, è un importante esponente. Nel suo palmares, infatti, vanta numerosi titoli.

Come le due edizioni conquistate da campione del mondo, le cinque volte campione d’Europa oppure i diciassette titoli italiani conseguiti. Passando poi alle tre medaglie d’oro ai giochi del mediterraneo, la medaglia d’argento ai World Games e quella di bronzo ai Combat Games.

Mentre, per quanto riguarda esperienze esterne a quest’arte marziale, ricordiamo le partecipazioni alle seguenti trasmissioni televisive: Monte Bianco-Sfida Verticale, i Soliti Ignoti, La Dea Bendata, la Prova del cuoco, il Circolo degli Anelli e Quelli che il CalcioIn seguito, ha girato anche un paio di film, Karate Man con Claudio Fragasso nel 2020 e The Specials con Daniele Malavolta nel 2021. Concludendo, per non farsi mancare nulla, anche una posa per la copertina della rivista – mensile della Cairo Editore – For Men Magazine.

L’INTERVISTA ESCLUSIVA

Tanti gli argomenti trattati, da com’è iniziato il tutto, ai consigli che darebbe ai ragazzi intenzionati ad intraprendere una sua simile carriera. Terminando, con qualche dichiarazione in merito alla Nazionale Italiana Calcio Olimpionici e alla sua passione verso il mondo del pallone.

In che modo è nata la passione per il karate?

“La passione nacque tantissimo tempo fa, dietro suggerimento di mio padre, ad allora insegnante di arti marziali. Anche se, mi fece praticare la ginnastica artistica. Quest’ultima, disciplina propedeutica, la portai avanti per ben 7 anni. Dopodiché, iniziai l’attività di karate e judo, in seguito alla visione di svariati film dei muscolosi Bruce Lee e Jean-Claude Van Damme. Nonostante la presenza di entrambe le passioni, dovetti scegliere uno sport e scelsi il primo elencato e dunque, da Palermo portai avanti questo obiettivo sino ai giorni d’oggi”.

Qual è il consiglio che darebbe ai giovani per intraprendere la sua stessa carriera sportiva?

“Una persona potrebbe dare tantissimi consigli ma principalmente, vi è quello di fare tanto sport e lo dico da Legend di Sport e Salute, insieme ad altri colleghi – per citarne qualcuno – come Luigi Mastrangelo, Yuri Chechi o Andrea Lo Cicero. Andiamo in giro per l’Italia a proporre ai ragazzi di avere una costante attività sportiva. Se dovessi parlare della mia disciplina, affermerei che senza ombra di dubbio. il karate è uno dei più importanti. Attualmente, sapersi difendere non guasta, lavorando con tutto il corpo ed i suoi apparati motori. In egual misura, un lavoro sia fisico che psicofisico ma che alla lunga da una certa sicurezza, soprattutto nelle movenze”.

Cos’è cambiato da prima e dopo il Covid-19 all’interno di questo sport?

“Non è cambiato nulla perché comunque, la pandemia ha rovinato l’intera esistenza per quanto riguarda gli sportivi agonisti. Ci ha unito e ci ha fatto riflettere di più. Parlando della mia disciplina, ha influito sull’essenzialità e sulla tecnica. Insomma, su quello che davvero conta. E’ chiaro che si è trattato di un brutto periodo. Infatti, a tal proposito, ricordo che si andava nei palazzetti con le mascherine addosso. Non tralasciando le notevoli conseguenze, come il calo di iscritti nelle palestre”.

Passando all’argomento N.I.C.O, da quant’è che ne fa parte?

Mi trovo nella N.I.C.O da circa 6-7 mesi. Entrai dopo aver ricevuta una chiamata da parte di un mio amico, Andrea Minguzzi, campione di lotta nelle Fiamme Oro. Mi disse che avrebbe parlato il prima possibile con Vincenzo Maenza ed il presidente Italo LaPenna, proponendomi per farmi entrare. Passò qualche giorno e venni contattato, per aderire a ciò, cui peraltro credo tantissimo. Oltre a giocare a calcio, proponiamo il progetto ‘Uniti nel Sociale’ presso campi, palazzetti e scuole. Alla base, l’apprendere il valore della buona vita”.

Cosa rappresenta per lei questa nazionale?

“Questa nazionale, dopo aver fatto 20 anni di competizioni con il karate, per me rappresenta un’altra sfida. Il calcio mi è sempre piaciuto. Si tratta dello sport di squadra dove mi rivedo maggiormente. Giocai per un po’ tempo nelle giovanili del Palermo, nonostante fossi interista. Inoltre, è un modo anche per rivivere delle passioni che avevo accantonato, di fianco a molti campioni del settore”.

Quali erano le aspettative per l’evento di domenica scorsa?

“Erano buone, tralasciando i risultati finali. Abbiamo giocato contro il Grifone Gialloverde, con giocatori affermati, molto bravi. Non dimenticando la partita con la Lazio Club Campidoglio, dove indubbiamente abbiamo detto la nostra. L’obiettivo in primis ossia segnare e parlo da giocatore di ruolo attaccante, è stato ottenuto, al di là di quanto siano terminati i match”.

Articolo a cura di Alessio Giordano – SportPress24.com

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