Verso Qatar 2022, la Polonia: “Non giocheremo il playoff contro la Russia”

Il presidente a Polonia della federcalcio polacca, Cezary Kulesza, come segno di solidarietà verso l’Ucraina dopo l’invasione da parte dell’esercito di Mosca ha annunciato tramite il suo profilo Twetter che la nazionale non giocherà il playoff per la qualificazione ai Mondiali di Qatar 2022 contro la Russia : 

“Niente più parole, è tempo di agire. A causa dell’escalation dell’aggressione della Federazione russa nei confronti dell’Ucraina, la nazionale polacca non ha intenzione di giocare la partita di spareggio contro la Russia. Questa è l’unica decisione giusta. Siamo in trattativa con le federazioni svedese e ceca per presentare una posizione comune alla FIFA”.

Anche Robert Lewandowsky e Kamil Glik fanno eco al presidente Kulesza. L’attaccante del Bayern Monaco ha commentato cosi :

“È la decisione giusta! Non riesco a immaginare di giocare una partita con la nazionale russa in una situazione in cui l’aggressione armata dell’Ucraina continua. I calciatori e i tifosi russi non sono responsabili di questo, ma non possiamo fingere che non stia succedendo nulla”.

Sulla stessa intesa è anche il portiere della Juventus, Wojciech Szczęsny, legato all’Ucraina, paese di origine della moglie, Marina Łuczenko:

“Mia moglie è nata in Ucraina, nelle vene di mio figlio scorre sangue ucraino, parte della nostra famiglia si trova ancora in Ucraina, molti dei miei collaboratori sono ucraini e sono tutti persone eccezionali. Vedere la sofferenza sui loro volti e la paura per il loro paese mi fa capire che non posso rimanere fermo e far finta di nulla. Nel momento in cui Putin ha deciso di invadere l’Ucraina ha dichiarato guerra a tutti i valori che l’Europa rappresenta: libertà, indipendenza, ma soprattutto pace. Il 26 marzo era in programma la gara di playoff per il Mondiale in Qatar e anche se il mio cuore si spezza a scrivere questo, la mia coscienza non mi permette di giocare. Rappresentare il proprio paese è il più grande onore nella carriera di un calciatore, ma è pur sempre una scelta. Mi rifiuto di giocare contro giocatori che scelgono di rappresentare i valori e i principi della Russia. Mi rifiuto di stare in piedi sul campo, indossando i colori del mio paese e ascoltando l’inno nazionale russo. Mi rifiuto di prender parte a un evento sportivo che legittima le azioni del governo russo. So che il mio impatto può essere solamente simbolico, ma chiedo a FIFA e UEFA di intraprendere un’azione e ritenere la federazione russa responsabile delle sue azioni”.

Articolo a cura di Stefano Ghezzi – Sportpress24.com

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