Sulla spinosa questione del “boicottaggio diplomatico” annunciato dagli USA ed altri Paesi nei confronti dei XXIV Giochi Olimpici Invernali, in programma a Pechino dal 4 al 20 febbraio prossimi, il Comitato Nazionale Italiano Fair Play si rivolge alle delegazioni partecipanti al Congresso Europeo Straordinario dell’EFPM con una raccomandazione al rispetto dei principi e dei valori olimpici e dello sport:
“Dopo aver vissuto la storia odiosa degli annullamenti di tre edizioni dei Giochi Olimpici estivi per due guerre mondiali, dei boicottaggi di due per guerra fredda, degli attentati ad altri due per diaspore etniche, dopo i tentativi falliti per PyeongChang, nel 2018 – dichiara il Presidente CNIFP, Ruggero Alcanterini – “adesso è inaccettabile che si ripeta il rito, con l’annuncio del forfait di delegazioni diplomatiche. Al riguardo, il CNIFP, in linea con il CONI e con il Comitato Olimpico Internazionale, non può che sollecitare istituzioni e governi a comportamenti rispettosi dello spirito olimpico, assolutamente indipendente da influenze di carattere politico o di altra natura. La pretestuosità di interventi che tendono ad utilizzare l’opportunità mediatica dei Giochi e a fare degli stessi strumento per finalità che nulla hanno a che vedere con la condivisione universale della pax olimpica va stigmatizzata e respinta” – aggiunge Alcanterini che sottolinea – “in un momento in cui occorre la massima coesione per affrontare la transizione etica della collettività e la salvaguardia del Pianeta Terra, anche attraverso lo sport, in tutte le sue espressioni mirate a integrazione e inclusione, è impensabile che si indulga a sentimenti e azioni di segno contrario”. Immediata la risposta di Philippe Hosiaux Oly, Presidente di European Fair Play Movement, che in una nota dichiara: “nel corso del Congresso Straordinario dell’EFPM l’Assemblea ha condiviso la “raccomandazione” del Comitato Nazionale Italiano Fair Play. Oggi, con il nuovo articolo, il 50 della Carta Olimpica, è possibile esprimere le proprie idee anche in opposizione alla nazione ospitante, senza ricorrere al boicottaggio, che ricorda l’apartheid e le due guerre mondiali, che hanno prodotto solo frustrazione e tristezza per gli atleti <ostaggi> della decisione politica dei loro Paesi”.
Articolo a cura della redazione di Sportpress24.com