Quello che non ti aspetti per la prima di Berrettini alle Atp Finals. Le sue lacrime, all’inizio del secondo set sull’1-1, 40 pari, sono la certificazione di un ritiro che fa davvero male. Il riacutizzarsi dei dolori addominali che lo avevano afflitto in passato ha determinato lo stop per il tennista azzurro.
È un ritiro che lascia con l’amaro in bocca tutto lo stuolo di sportivi pronti a vedere e a plaudire le sue performance.
Eppure c’era un’atmosfera elettrizzante a Torino per la “prima” di Matteo contro il numero 3 al mondo, il teutonico Zverev. Luci calde e caldo tifo per il tennista romano in una cornice degna di un evento così atteso e rilevante come il Master, secondo la vecchia nomenclatura, il torneo dei migliori 8 tennisti al mondo.
In questo scintillio di effetti speciali, la fa da padrone l’equilibrio che è il motivo dominante del primo set.
Servizi efficienti per i due tennisti che si avvitano verso un ineluttabile tie break malgrado l’azzurro non sfrutti due occasioni per chiudere il set prima del gioco decisivo. È dunque tie break e Berrettini va spedito come un treno senza soste, ma sul 5-3 si fa rimontare da uno Zverev irriducibile che chiude con un 9-7 che dà il primo set nelle mani tedesche.
Certo, i rimpianti sono notevoli ma bisogna ammettere che nel momento topico del tie break è emersa tutta la maturità chirurgica del numero 3 al mondo a fronte di un Berrettini ottimo ma non abbondante. E poi l’inizio del secondo set e la fitta che ha costretto Berrettini al ritiro. Tutto quello che si è giocato non conta.
Un ritiro che si teme possa essere definitivo, vista la recidività dell’infortunio.
Ora ci sentiamo di dire solo un grande Forza Matteo ti aspettiamo…
Articolo a cura di Carlo Cagnetti – Sportpress24