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ESCLUSIVA, ASD Top-Players, una delle maggiori realtà eSports Italiane

In un momento dove lo Sport è diventato anche un valvola di sfogo per i più giovanissimi, siamo andati a conoscere una realtà che ha preso piede negli ultimi mesi anche tra professionisti.
Stiamo parlando di videogiochi per professionisti, un mondo in continua evoluzione molto positivo per i ragazzi. Ci ha letteralmente rapito lo spirito di gruppo che questo sport trasmette : non tiene conto di razza, sesso età e salute.
Oggi incontreremo Federico Verrati, pro player FIFA Proclub di Top-Players e allenatore del ChievoVerona esports Top-Players, una della maggiori realtà eSport italiane,  soprattutto nella Lega Basket.
Intanto andiamo a vedere e conoscere un pò di storia di questo gioco cosi affascinante.

Esport la storia

Oggi grazie all’avvento di internet e dei social media far girare informazioni e metter in contatto le persone è davvero una questione istantanea. Lo stesso vale per i videogiocatori che riescono a sfidarsi anche da due lati opposti del globo, ma prima non era così.

Nel 1972 ci fu il primissimo esperimento di torneo di videogiochi (il titolo scelto fu SpaceWar!) in America, e premio fu un anno di abbonamento alla famosa rivista Rolling Stone. Nel 1979 il primo evento a contare 10.000 persone, sempre negli States con il torneo di Space Invaders,. Per arrivare ad un torneo in LAN, cioè far giocare in contemporanea ma con computer diversi i partecipanti nella stessa rete locale, bisogna fare un salto temporale di ben 18 anni, era il  1997(anno in cui internet inizia a diffondersi anche in Italia) e il vincitore del torneo di Quake si becca un giro sulla Ferrari dello sviluppatore. Ma non solo, nasce anche la Cyberathlete Professional League (CPL), a confermare che un tipo di gioco elettronico competitivo può avere un futuro sia come business che come diffusione.

Un anno più tardi Blizzard rilascia Starcraft e da qui nasce la rivoluzione degli esport come li conosciamo oggi. Il suo successo diventa virale, iniziano a girare un sacco di soldi si parte da un montepremi di 15.00 dollari ad avanzare negli anni, con cifre sempre più fantastiche ed un seguito di fan degli esport incredibile, ad esempio, oggi siamo intorno ai 50 milioni di persone che hanno assistito all’ultimo torneo mondiale di Starcraft.

Call of Duty, Counter Strike, League of Legend, Dota, FIFA, Hearthstone, ce ne sarebbero un sacco di videogiochi che oggi, grazie alla diffusione della banda larga di internet, sono entrati a far parte degli esport per eccellenza. I fan non si contano più si parla di centinaia di milioni, se facciamo il conto che sulla terra siamo 7 miliardi, direi che è una bella schiera di appassionati.

Curiosità: Esport cosa significato e come si scrive

Può sembrare una banalità ma partiamo dalle basi, eSport significa electronic sport, in italiano sport elettronico. La “e” è la contrazione appunto di elettronic quindi si può scrivere sia tutto attaccato che con il trattino tra la e e-sport, esattamente come la parola email. I maiuscoli e minuscoli andrebbero con le regole grammaticali e quindi dopo un punto che termina una frase la E è maiuscola. Graficamente invece si può giocare con la parola stessa quindi potete metter minuscola la e maiuscola la s, viceversa o entrambe le inziali maiuscole.

Si mette la s alla fine? Non va mai scritto sport con la S è sempre sport sia che parliamo di un solo videogioco o più. Questo perché oramai è una parola che fa parte del nostro vocabolario come Bus o taxi così come in Italiano non diremmo mai “abbiamo preso due taxies”, ma abbiamo preso due taxi, lo stesso vale per esport.

Federico, La differenza tra giocare per passione e farlo in ambito pro?:

“Chi gioca per passione, lo fa perché gli piace il calcio, per crescere individualmente, perché ama i giochi di sport, soprattutto organizza serate a casa propria o in rete per fare mini tornei, tra amici, o sfide all’ultimo sangue, senza dover far competitivo, e certi magari non sanno nemmeno che si può fare.

Il Pro non si accontenta di scalare le classifiche, ma ricerca il proprio mondo, portando il proprio giocatore, ad assomigliare al suo idolo, ricopiando altezza, peso, aspetto visivo, il nome, e anche il numero di maglia, la posizione in campo, e una volta fatto e completato nella propria somiglianza, inizia la vera competizione.

Il Pro si mette sul mercato, si allena, modifica di continuo il suo giocatore, nei minimi particolari, aumenta l’altezza, oppure la diminuisce in base alle performance, al ruolo, se è in attacco, lo vuole rapido agile, con il fiuto del gol, a centrocampo fisico, ma agile per rubare o intercettare palloni che passano nella sua zona di competenza, magari toglie l’abilità del tiro, e aumenta la forza.

Il difensore lo stesso, abile di testa, quindi sviluppa agilità, fisico contratto, scivolata, e tutto quello che ricorda il classico difensore mostro.

In fine c’è il portiere, ruolo assai difficile da gestire, poiché sono tutti pazzi, ma il bello è questo, hai le ali? allora vola, e devi essere pazzo.

Agilità, riflessi, altezza, una volta completato e allenato, inizia il vero gioco, e il vero ruolo da PRO.

La passione è una componente importante per tutto, l’importante è sempre capire chi si vuole essere veramente, essere se stessi o imitare il proprio idolo.”

Come ci si allena in una realtà virtuale ?:

“Il player di fifa normale si allena in base al tempo che dispone, e di solito dalle 3/4 ore al giorno, oppure se ha tanto tempo libero anche 6/8 ore.

I giorni d’allenamento possono variare da 3 sere su 7 a 5 sere su 7 a volte anche 7 su 7, in base anche al periodo di stagione.

Di solito, su usano i tanti giorni alla settimana, dopo l’uscita dell’edizione nuova, e lo stesso succede se ci sono partite di campionato e coppa, oppure ai singoli eventi che durano alle volte intere nottate.

In preparazione alla stagione nuova, all’inizio di ottobre, dopo “l’uscita del gioco” un Player di media passa dalle 8/10 ore al giorno, altri invece sfruttano la sera, questo va in base all’età, è al tempo libero, ma giocando quasi ogni sera per 2/4 ore a seduta d’allenamento, in modalità, sia con i propri compagni di squadra minimo di 2 player al massimo di 11, oppure facendo partite al volo ricoprendo le stesse dinamiche del 11vs11 ma con la numero diverso di player, dove giochi con persone sconosciute, che al massimo in una stanza arrivano a 5 persone per club, per un totale di 10 giocatori reali, più il resto dei player BOT che utilizza la CPU.

Un player di media, arriva a sviluppare tutte o quasi tutti i potenziamenti che permettono di disputare poi delle performance al 90% di overall, nel complessivo.”

Quali caratteristiche deve avere un giocatore, oltre alla bravura per far parte di un team?

“L’Età, è irrilevante, io ho 43 anni, dovrei esser passato, invece non è così, perché alle spalle o ben oltre che esperienza, c’è conoscenza.

In più c’è tanto vivaio, è un player esperto come me, aiuta i piccoli player e loro fanno lo stesso, ecco perché devono esistere i vivai, le accademy, le cantere, dove ci sono player giovani dai 13 anni in su fino ai 17/18 che sono fenomeni, svegli, di riflessi e abili nel capire le dinamiche, il perché, è semplice studiano è hanno il cervello allenato dalla scuola, e sveglio e reattivo, ma tendono a rovinarsi per le troppe ore che dedicano al gioco, arrabbiandosi spesso e rovinando il regolare approccio al videogioco e ai videogame.

Ma per certe realtà purtroppo, è la responsabilità che fa da primo in classifica.

Avere la responsabilità di quello che si deve fare, in campo, nel ruolo che si occupa, saper stare nel gruppo senza creare problemi inutili, avere un unico è solo ruolo, e non tutti o nessuno, avere l’esperienza che serve, nelle basi di gioco del calcio, e nei trucchi del gioco stesso, e alle volte un giocatore minorenne, non sempre sta alle regole, lui vede solo la libertà e del divertimento.

Si creano delle situazioni di complicità, empatia, è sano divertimento, il singolo giocatore, così facendo, ha già possibilità di integrarsi bene nel gruppo, farsi accettare, anche perché in un gruppo sano, si condivide il nostro tempo prezioso, e tutto ciò che rimane nel club, diventano segreti, come aiuti, consigli, è non è solo calcio puro a 360°.

E come una sorta di piccolo mondo, dove c’è il capo branco, è il branco che segue il capo, che è il capitano.

Il Pro Club a mio avviso non è solo divertimento, ma è UNA VERA E PROPRIA FAMIGLIA.

E senza il gruppo, il solo player rimane spaesato e solo a sé stesso.

Noi Organizziamo eventi dal vivo oltre a prenderci cura legalmente dei nostri pro players, tutti i videogiocatori che fanno parte di Top Players hanno un contratto. Insomma si va oltre al mero pensiero che il videogame sia solo una forma di intrattenimento.”

Pensi di avere anche tu la stoffa per entrare nel mondo dell’esport? Allora non devi far altro che richiedere un provino a top-players.it

Articolo a cura di Stefano Ghezzi – Sportpress24.com

 

 

 

 

 

 

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