Lazio Torino, veleni ed intrecci familiari per una sfida che può decidere un campionato

Che il calcio fosse una materia imprevedibile si sapeva. Che fosse anche alquanto bizzarro e beffardo anche. La summa di cos’è il calcio è racchiusa in Lazio-Torino, una sfida infinita nata nelle aule della giustizia sportiva ed ora riportata su un campo di calcio in un martedì di metà maggio davvero infuocato.

È tecnicamente un recupero della gara del 2 marzo non giocata per un provvedimento ASL altrettanto bizzarro. Il Torino non si presenta a Roma, sfruttando l’assist dell’organo sanitario, e dopo 2 mesi di ricorsi della Lazio si arriva alla resa dei conti in campo.

Nel frattempo i granata continuano il loro campionato calvario che li vede sempre invischiati nella zona retrocessione. La Lazio, da par suo, tenta una disperata rimonta Champions ma alla fine, dopo tanto lottare, molla. Ed ora?

Ora questo Lazio-Torino è un miscuglio di emozioni e rivalse assortite con uno spettatore interessatissimo, il Benevento di Pippo Inzaghi, fratellone di Simone allenatore della Lazio, la cui speranza salvezza dipende proprio da una vittoria dei biancazzurri.

Senza tralasciare le altre storie a latere, come le frizioni tra Lotito, presidente laziale arrabbiato per il mancato ingresso in Champions e Cairo, presidente granata contestatissimo, la fratellanza tra i due Milinkovic, l’amicizia tra Ciro il grande e il gallo Belotti.

Storie che si intrecciano sullo sfondo dell’Olimpico. Lazio-Torino è più di una partita. È proprio l’essenza del calcio.

Articolo a cura di Carlo Cagnetti

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