Sappiamo tutti cosa si è scritto in queste settimane sulle pagine rosa della Gazzetta dello Sport. Sappiamo tutti in che modo il suo editore Urbano Cairo, abbia fatto pressioni sul direttore e di conseguenza su tutta la redazione per poter portare avanti una sua battaglia personale verso un altro soggetto suo collega presidente di Serie A ovvero Claudio Lotito.
Questa guerra di interessi e di potere federale parte da lontano e sfocia nel più incredibile e al quanto dubbio comportamento che un editore con il direttore della testata giornalistica fattivamente complice, possano adottare in materia di giornalismo.
Quel giornalismo più volte infangato nel nome e nella sua deontologia più pura dove anche l’Ordine dei Giornalisti ha difficoltà a capire la matrice di tali comportamenti.
La Gazzetta dello Sport non è nuova a questi attacchi alla Lazio squadra e al suo presidente. Lo scorso campionato ci fu un attacco alla stessa squadra dove la redazione a turno redigeva gli articoli, scrivendo che la Lazio era molto ben vista dalla classe arbitrale regalandogli rigori a iosa permettendogli così di giocarsi lo scudetto con la Juventus.
Abbiamo letto tutti gli attacchi a Immobile e Caicedo scritti dalla Gazzetta, con il primo che in pratica era in testa alla classifica cannonieri solo perché calciava molti rigori dati “generosamente” alla Lazio e con il secondo, accusato di essere un tuffatore d’area professionista danneggiando non solo l’immagine del calciatore ma anche lo svolgimento sul campo del suo lavoro condizionando di fatto il giudizio degli arbitri che successivamente all’episodio del rigore procurato da Caicedo contro la Fiorentina, non fischiano praticamente più nulla all’attaccante laziale, anche i falli più netti e chiari.
Di certo da quando Cairo nel 2016 ha preso il controllo del giornale, la testata sportiva milanese ha perso sempre più punti in fatto di credibilità e attendibilità.
Le motivazioni principali sono una gestione editoriale di Cairo non volta purtroppo alla professionalità (col senno di poi) il quale adotta periodicamente un comportamento che spesso sconfina in atti di ‘immoralità giornalistica’ che non permettono di certo al presidente del Torino, di parlare di altri presidenti e di altre squadre e giudicarle.
Bastano comunque le ultime vicissitudini per comprendere la veridicità di queste parole.
Vicissitudini maggiormente alimentate dall’ultimo direttore messo da Cairo a dirigere la Gazzetta, ovvero Stefano Barigelli.
Il neo direttore da pochi mesi insediato ha avuto un atteggiamento senza scrupoli, sferrando attacchi mediatici frontali alla società Lazio danneggiando di fatto la squadra nello svolgimento delle partite di campionato e accusando la dirigenza di aver in qualche modo, fatto la furba.
L’ultimo capitolo scritto è quello dell’ 11 novembre dove la Procura di Avellino, fatti riprocessare i tamponi dei giocatori soggetti in questione analizzati dal laboratorio Futura Diagnostica di Avellino dove la Lazio si serve per questo servizio, ovvero Immobile, Leiva e Strakosha, risultati negativi alla vigilia di Torino-Lazio e quindi scesi in campo per poi essere nuovamente positivi per la Uefa (laboratorio SinLab) e quindi rifermati per la gara a San Pietroburgo contro lo Zenit e infine essere nuovamente negativi contro il Bologna (laboratorio Futura Diagnostica) in casa e quindi disponibili per giocare salvo incredibilmente essere di nuovo positivi per la partita in casa contro la Juventus dopo essere stati dichiarati negativi dal laboratorio di Avellino ma positivi per il laboratorio del Campus Biomedico di Roma con cui sono stati rifermati e resi indisponibili.
Difficile da capire? Ma in realtà è tutto molto semplice. La Lazio si serve del laboratorio di Avellino per processare i tamponi molecolari della squadra e di tutti i suoi tesserati e non (vedi i familiari dei calciatori e dello staff).
Il laboratorio processa tutti i tamponi negativi dei calciatori in oggetto in tutte le circostanze richieste, ovvero Lazio-Bologna / Lazio-Borussia Dortmund / Torino-Lazio / Zenit- Lazio / Lazio-Juventus.
Per la UEFA però non è cosi in quanto l’organo europeo si avvale dei servigi del laboratorio unico per tutti della SinLab di Roma che riscontra invece i giocatori positivi con la conseguente esclusione dalla trasferta russa.
A fronte di questa discrepanza di risultati e contestando la Lazio, i risultati dei tamponi UEFA, la società capitolina dopo l’ennesimo tampone negativo del laboratorio di Avellino in occasione della partita Lazio-Juventus, di sua iniziativa va a fare i tamponi ad un laboratorio terzo per avvalorare di fatto le risultanze del laboratorio di Avellino, la Biomedica di Roma.
Quest’ultima però riscontra a suo dire, le positività (di nuovo) di Immobile, Leiva e Strakosha e la Federazione a fronte di questa ambiguità di risultati, ferma i calciatori non facendoli giocare contro la Juve.
La procura di Avellino vedendo tutta questa altalena di risultati vuole vederci chiaro e dispone una controanalisi dei tamponi di questi giocatori e va nella sede di Avellino e sequestra i campioni processati per effettuare il tampone e li fa a sua volta processare dall’ospedale Moscati sempre di Avellino sotto il controllo di un perito di parte.
Nel frattempo si scatena la Gazzetta dello Sport con pagine altamente denigratorie verso la Lazio e verso Lotito reo secondo loro di aver combinato qualcosa di poco chiaro.
Il direttore Barigelli dall’alto della sua qualifica dirigenziale, non bada a fronzoli e quando gli chiedono di intervenire in radio, per dare conto di tanto accanimento, con arroganza al limite dell’educazione risponde “io dirigo il quotidiano sportivo più importante d’Italia e tra i più importanti d’Europa, quindi non devo rendere conto a nessuno e ne tanto meno devo ricevere lezioni di giornalismo da qualcuno”
Tale dichiarazione sfocia nella pubblicazione di altre edizioni del Giornale con quella che potremmo definire ‘una perla’, cioè la prima pagina di domenica 9 novembre dove campeggia il titolo : “E’ TUTTO VERO !! AVEVAMO RAGIONE NOI! SMASCHERATA LA FARSA DELLA LAZIO !!
Chi scrive tali cosi non ha compreso la più grande lezione di vita che un uomo possa prendere e custodire preziosamente, cioè quella di non cantare vittoria ancor prima che la vittoria sia effettiva e senza margini di errore.
Tanto è vero che quel titolone cosi roboante, oggi alla luce del responso dei tamponi fatti DALLA PROCURA DI AVELLINO DA UN SUO PERITO DI PARTE, conferma gli esiti già processati a suo tempo, cioè venerdi 7 novembre, dove indicava Leiva e Immobile negativi insieme a Strakosha. L’unica divergenza quindi sarebbe Strakosha.
Un danno enorme per la Lazio che non ha potuto schierare due elementi fondamentali che avrebbero, e sottolineiamo il condizionale, potuto anche permettere di vincere la partita contro la Juventus. La positività di Strakosha alla luce dei fatti risulta ininfluente in tutte le gare disputate perchè non le ha giocate.
Quindi?
Quindi non era vero nulla!! Quindi Leiva e Immobile potevano giocare!
Quindi la Gazzetta, il suo direttore, i giornalisti che hanno prestato il fianco (volontariamente o no non lo sappiamo) a questa linea editoriale e il suo editore, hanno diffamato la Lazio e il laboratorio di Avellino!!
Quindi il club Capitolino ha subito un danno materiale e d’immagine!!
Barigelli che già all’indomani dell’indiscrezione rivelata dell’agenzia Ansa (che alla luce dei risultati depositati dal perito della Procura era vera)i, prevedendo la mal parata, aveva in un intervento radiofonico, ammorbidito la posizione della Lazio asserendo che “la Lazio non ha falsificato alcun tampone. Qui si contesta l’aver violato il protocollo consentendo ad Immobile, Leiva e Strakosha di allenarsi sabato mattina”
Ma come?!?! Tutte queste pagine per dire che la Lazio ha fatto allenare dei giocatori che “forse” erano positivi? Tutto questo attacco gettato negativo e colposo, solo per dire che la Lazio “forse” ha commesso una violazione del protocollo, che tra le altre cose è già successo con altre squadre che hanno subito nel peggiore dei casi una forte ammenda?
Tutta questa campagna denigratoria con le ipotesi più assurde come il reato penale di “epidemia colposa”, come il rischio esclusione dal campionato, come “una delle pagine più opache vissute dal cacio italiano degli ultimi anni” a cosa hanno portato? Una eventuale violazione superficiale del protocollo?.
Ma su una cosa la Gazzetta e il suo direttore hanno ragione, NON FINISCE QUI !!
Infatti ora da martello quali erano prima, ora di punto in bianco si ritrovano incudine, e come tale adesso i martelli saremo tutti noi compresa la società Lazio che giustamente ha avviato una serie di denunce verso tutti quei soggetti colpevoli di aver danneggiato, denigrato, diffamato l’immagine di un club quotato in borsa.
Ma per far capire la “grande professionalità” di Cairo e quella di Barigelli, è necessario raccontare qualcosa, ma lo faremo, come si dice in TV, nella prossima puntata.
Foto dal Web
One thought on “Quando il Giornalismo è un ricordo : la “Rosea” Credibilità perduta”
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